Il 26 Ottobre ho corso il mio ultimo allenamento di qualità:
un buon 3 x 7000m, poi fastidio che diventa dolore e lo stop.
Mi fermo e capisco che non è una cosa troppo rapida, eppure la maratona di Verona è dietro l’angolo.
Fantasmi, l’anno scorso poco prima della maratona la stessa cosa. Dopo l’ultimo lungo un infortunio che mi ha costretto a svolgere il tapering prevalentemente sulla cyclette, però quella volta fortunatamente mi sono ripreso e ho gareggiato migliorando di molto il mio personale.
Quest’anno la storia si ripete, ma stavolta la gara è vicina, troppo vicina, e il dolore è intenso, troppo intenso.
NIENTE VERONA 2025.
Martedì 25 Novembre dopo un mese dal mio infortunio corro il mio primo allenamento di qualità della ripresa, un timido 6 x 1000m svolto abbastanza bene.
In questo mese? Tanta cyclette, poca corsa, tanti pensieri sul significato e sull’impatto della corsa nella mia vita.
Ma io voglio davvero tirarmi il collo per migliorare i tempi rischiando di farmi male? Non è meglio correre più rilassato e non subire mai stop?
Bella domanda, che però è superficiale e cela la vera domanda delle domande ovvero: “io perchè corro?”.
La risposta ovviamente non è banale e non saprei rispondere in modo esaustivo in questo momento. Sicuramente una componente importante è che lo faccio per superare i miei limiti quindi no, non posso accontentarmi di correre “tanto per”.
Finchè posso migliorare voglio farlo.
Questi giorni però mi sono serviti per chiarirmi bene le idee e per ritrovare una motivazione che forse si era un po’ assopita e mi stava portando ad allenarmi bene ma non al meglio.
Adesso si riparte, motivato a mille per il nuovo percorso.
Gli obiettivi sono:
Tornare di nuovo al mio peso gara
Riprendere a correre 85/100km a settimana
Arrivare a Febbraio sano e non infortunato per poter correre la mia prossima maratona.
Correre il mio personale migliorandomi di almeno 3 minuti ma puntando a migliorarmi di 5/6 minuti.
Come intendo farlo?
Ho già iniziato una dieta piuttosto rigida per queste prime settimane in cui il carico di corsa è ridotto in modo da avvicinarmi al peso gara e poi dover perdere poca roba nei mesi successivi, per ora sta funzionando bene.
Già da settimana prossima sarò intorno ai 90km quindi devo solo sperare di tenerli senza troppa fatica dopo questo “stop”.
Ho introdotto l’obbligo di almeno 2 sessioni da 30/40 minuti di rinforzo muscolare per migliorare nella corsa e prevenire infortuni.
Il mio “ritmo maratona” per Verona era già centrato per migliorarmi di 3 minuti, quindi dovrei aumentare di poco e consolidare quei ritmi.
Quello che chiedo a me stesso è un risultato ambizioso e sfidante ma alla mia portata. Richiederà tanta disciplina ma sono sicuro che alla fine ne sarà valsa la pena.
Ieri ho corso per la seconda volta la maratona di Milano, a tre anni dalla mia prima maratona corsa ad Aprile 2022 sempre a Milano e chiusa in 3h33.
In questi tre anni ho completato altre due maratone: Firenze 2023 in 3h17 e Valencia 2024 in 3h00, oggi correvo la mia quinta maratona dopo la débâcle di Roma.
L’obiettivo questa volta era più grande, volevo abbattere il muro delle tre ore come avevo reso noto nei video che ho iniziato a pubblicare sul mio canale da qualche mese prima della mia maratona di Valencia 2024.
Le tre ore in maratona sono un muro invisibile che per me ha sempre fatto un po’ da spartiacque. Sono consapevole di non essere particolarmente dotato dal punto di vista fisico, e questo rende tutto un po’ più difficile ma ho imparato che confrontarsi con i risultati degli altri spesso è controproducente. La corsa di resistenza è uno sport dove il fisico conta, e conta tanto, però anche la resistenza mentale e la determinazione sono fondamentali. E io in queste ultime due cose me la cavo bene.
Negli ultimi anni/mesi ho fatto tanti sacrifici, speso soldi in coaching, abbigliamento, viaggi e gare e mi sono impegnato tanto, ma davvero tanto. Tutto per uno sciocco numero sul cronometro?
Sì, ma anche no. Sì: è solo un numero, e neanche strepitoso se vogliamo dirla tutta. Un numero che per tanti rappresenta un sogno, per alcuni un punto d’arrivo e per altri un punto di partenza. Insomma una pietra miliare. No: non è solo questo. È il coronamento di un percorso lungo anni e fatto di alti e di bassi, di sconforto e di euforia, di infortuni e di picchi di forma. Un cammino nel quale ho imparato a conoscermi e a non sottovalutarmi, ad ascoltare il mio corpo e gli innumerevoli segnali che quotidianamente mi invia e che prima di iniziare a correre non sapevo cogliere. Ho anche imparato ad avere pazienza e a lavorare duro, ad essere costante e a non pretendere risultati ma ad essere consapevole che prima o poi, quando sarà il momento, arriveranno. L’importante è non mollare mai.
La preparazione avrebbe dovuto iniziare a metà Gennaio, ma l’11 di quel mese ho preso una storta fortissima alla caviglia destra e sono rimasto fermo per due settimane. Inoltre ero appesantito dal relax post-Valencia seguito da compleanno e poi dal S.Natale/capodanno nei quali avevo preso circa 5/6kg. Appena ripreso dalla storta (fine Gennaio) mi becco un virus che non mi impedisce di correre se non per un paio di giorni, ma mi costringe a fare “fondo lento” per un’altra settimana. Insomma, la preparazione vera e propria inizia la seconda settimana di Febbraio. Con il coach facciamo di tutto per incastrare qualità, allenamenti lunghi e anche lunghi variati per migliorare il finale di gara che a Valencia mi ha penalizzato, ma il tempo è poco. Come se non bastasse, a 3 settimane dalla maratona vado a correre la maratona di Roma con l’obiettivo di fare un lunghissimo in compagnia in un luogo spettacolare. Come scritto in questo post mi sono beccato un virus gastrointestinale e la gara salta, inoltre anche tutta quella settimana sono costretto a corsa lenta, e pure poca.
Insomma, non la miglior preparazione possibile no?
Eppure eccomi, al via con tutto l’entusiasmo possibile per fare un tentativo, al meglio delle mie possibilità. Ho deciso, parto per correrla in 2h59 e faccio di tutto per starci, “mal che vada salto in aria e rallento” mi ripeto.
Pronti, partenza, VIA! I primi 10km scorrono veloci e l’atmosfera è quella di una festa, sento che l’andatura è sostenuta ma sono abbastanza vicino al pacer e decido di non mollarlo per nessun motivo al mondo. Prima di partire ho detto a mia moglie “per fermarmi devono spararmi nelle gambe” e questo è il mood con cui affronto la prima metà della gara. Solo un piccolo intoppo, durante un cambio di direzione (un tornante intorno al decimo km) un altro podista mi pesta il tallone facendomi sfilare la scarpa che grazie a Dio non si toglie del tutto e torna a posto al passo successivo senza farmi perdere tempo, la sento solo leggermente più larga ma non si è slacciata. Si continua.
Giro di boa in 1h29m47s, il pacer è stato di parola, andremo regolari fino alla fine. C’è un problema: io inizio ad essere stanco. Ho il fiato corto e già dal 24esimo kilometro mi sento un po’ in affanno. I gel mi danno le energie che servono a tenermi parzialmente lucido e a far andare le gambe, ma il fiato è corto e inizio ad agitarmi. Cado in un circolo di pensieri negativi e distruttivi che dura circa 10km, nonostante il tifo e il supporto dei numerosissimi spettatori.
Nota generale: Milano mi sembra molto migliorata in questi tre anni, nel 2022 ricordo diversi clacson e molto rancore nei nostri confronti e anche meno tifo. Quest’anno sembra invece che la città facesse in parte il tifo per noi.
In questi kilometri tutto mi fa male, le gambe, la testa, il cuore, i polmoni. Sono pronto a fermarmi. Decido di continuare, mi faccio forza pensando ai traguardi raggiunti: la mia prima mezza maratona ad Ottobre 2018, la prima maratona (Aprile 2022), la prima mezza sotto l’ora e trenta (Febbraio 2023) e così via. Poi penso alle persone che mi circondano, la mia famiglia e i miei amici che da vicino o da lontano stanno tifando per me. Penso alla sveglia delle 5:45 che mi ha accompagnato per buona parte dell’inverno, penso al freddo, alla pioggia che mi sono entrati nelle ossa ogni singolo giorno. Penso alle odiatissime sessioni di “rinforzo muscolare” dopo aver corso. Insomma, penso a tutto il “mazzo” che mi sono fatto in questi anni e in particolare negli ultimi 6/8 mesi. Per farmi forza mi ripeto la solita frase, “per fermarmi devono spararmi nelle gambe” e continuo, incollato al pacer delle tre ore, ansimando e soffrendo. Arrivato al trentottesimo il pacer mi molla, vuole rallentare un pochino ma sa che se dovessi rallentare anche io non centrerei l’obiettivo, quindi mi dice di spingere e di proseguire da solo. No! Non ora, sono in difficoltà e mi serve una mano, oppure ce la posso fare? Ormai manca davvero un soffio, sono al limite col tempo e non ho più secondi di bonus da perdere, devo assolutamente stringere i denti gli ultimi 15/20 minuti.
Mi sforzo di entrare nel famoso “flow” ma non riesco, la testa è costantemente collegata e proiettata sul dolore. Devo per forza fermarmi, e invece no. 39, 40, 41… Ormai ci siamo, guardo l’orologio, alzo lo sguardo ed eccolo: il traguardo. Guardo il grande timer e rapidamente calcolo che ho pochi secondi per raggiungerlo, altrimenti il mio sogno sfumerebbe di nuovo per una manciata di secondi. Sprinto sentendomi Usain Bolt per gli ultimi 200m (il mio sprint è un misero 3:50/km ma arrivato a quel punto anche solo un secondo guadagnato diventa vitale e soprattutto, più di così non ne avevo). Taglio il traguardo stravolto, felice e frastornato. Ce l’ho fatta? Credo di sì ma voglio una conferma. Con lo sguardo cerco mio fratello che mi ha visto arrivare e mi fa un cenno di sì, ma si precipita con lo sguardo sul telefono per verificare l’ufficialità. Pochi secondi dopo ci vediamo e capisco che ce l’ho fatta per davvero! Non scorderò mai quel momento (ma anche tanti altri di questa giornata), vengo travolto dalle emozioni ma non riesco a piangere, forse ho finito i liquidi in corpo. Mi stampo in faccia un sorriso che ad oggi non sono ancora riuscito a togliermi e vado a prendermi la medaglia e la t-shirt da Finisher.
La maratona non dura 42,195km, dura 3 o 4 mesi. Gli ultimi 42,195 sono i kilometri finali e quelli che determinano il risultato ma il percorso è parte fondamentale della maratona. Di questo percorso conservo tanti ricordi, belli e brutti e tutti faranno per sempre parte di questo incredibile viaggio.
A inizio stagione avevo pianificato di correre due maratone ravvicinate, in particolare Roma il 16 Marzo e Milano il 6 Aprile. Naturalmente Roma l’avrei corsa in preparazione per Milano, quindi avrei sfruttato l’evento per fare un lunghissimo in compagnia e per visitare Roma in un modo diverso. In quel weekend sono anche riuscito a portare a Roma moglie e figlio e tutto lasciava presagire un bellissimo fine settimana, anche il meteo sembrava abbastanza buono. Appena arrivati a Roma Venerdì sera mangiamo una pizza (devo dire non delle migliori) a domicilio e fatico molto a digerirla. La notte non dormo particolarmente bene ma al Sabato mattina sono pronto per una corsetta defaticante da 5km che poi diventano 7 perchè Roma è bella e non vorresti mai fermarti. Poi la colazione e il viaggio verso la zona EUR dove ritiriamo il pacco gara e il pettorale. A pranzo mangio un piatto di pasta cacio e pepe e fatico a finirlo, forse era troppo condita? strano. Nel pomeriggio inizia a chiudersi lo stomaco e arrivo all’ora di cena completamente privo di appetito, proprio nel pasto in cui avrei dovuto abbondare con la pasta/riso per avere le energie per correre. Mi costringo a mangiare e arrivo a 80gr di pasta in bianco, ma chiaramente c’è qualcosa che non torna.
Domenica mattina, sveglia alle 5:00, vedo la partenza del primo Gran Premio di Formula 1 mentre faccio colazione e poi aspetto. Anche la colazione (solita) fatica ad andare giù, ho lo stomaco bloccato. La tabella del coach prevedeva di partire piano e cercare una progressione con qualche km finale al ritmo maratona ma io so già benissimo che in queste condizioni non è fattibile e decido di correrla tutta al mio ritmo del lento e così faccio.
prima di partire, ancora non sapevo come sarebbe finita…
Buone sensazioni per tutti i primi 10km e in generale fino all’ora di corsa, riesco anche a prendere il primo dei gel che mi sono portato. Poi il tracollo, mi trascino dal 14esimo al 21esimo km sperando che arrivino un po’ di forze chissà da dove ma questo non succede, sono vuoto, indebolito e stanco. Al 22esimo kilometro mollo con la corsa e decido che la concluderò alternando 1km di corsetta a 500m di camminata, così dovrei riuscire a chiuderla. Presto mi rendo conto che sto male, lo stomaco è a pezzi e sono completamente privo di forze. Arrivato al 24esimo inizia anche una leggera pioggia che mi fa pensare: “se continui ti ammali seriamente e salta anche Milano, non fare stupidate”. A malincuore decido di ritirarmi, la scelta mi costa tantissimo perchè ci tenevo davvero tanto a chiudere questa maratona così speciale. Chiedo allo staff che non sa nulla di come ritirarsi e arrancando proseguo per altri 6km fino al trentesimo dove crollo definitivamente, poche centinaia di metri più avanti c’è un furgone per i ritirati e salgo. Da quando corro non mi ero mai ritirato ad una gara, è stata una sensazione così amara che spero di non dover più provare. Nei giorni successivi confermo il sospetto, il mio problema è legato ad un virus gastrointestinale che qualche giorno prima aveva colpito mio figlio e che ha lasciato strascichi per circa una settimana anche su di me.
Posso ricavare qualcosa di buono da quest’esperienza? Sì, ho imparato che quando c’è la salute di mezzo è meglio non scherzare, e che quando sei malato puoi impegnarti quanto vuoi ma il corpo non risponde. Ho anche dimostrato maturità e saggezza nell’accettare la “sconfitta” evitando il rischio di peggiorare la mia salute, e per uno come me non è una cosa da poco.
Ho comunque vissuto l’atmosfera della maratona e ho ricavato una voglia maggiore di chiudere Milano 2025 nel miglior modo possibile, anche se la battuta d’arresto a poche settimane dalla gara non è positiva.
Nei prossimi giorni vedrò come mi sento e penserò a cosa fare.
Da quando ho corso la mia prima maratona (per la verità qualche mese dopo) ho deciso che mi sarebbe piaciuto correre almeno una maratona all’anno, e così è stato. Aprile 2022: Milano: 3h32′ Novembre 2023: Firenze 3h17′ Dicembre 2024: Valencia ???
Com è andata la mia maratona? Mi sono iscritto a Dicembre 2023, quindi un anno prima, ma la preparazione specifica è cominciata circa 3 mesi prima. Ho corso ripetute medie/lunghe, allenamenti medi e in soglia, lunghissimi fino a 36km e tanti, tanti kilometri di corsa lenta. Durante questa preparazione l’obiettivo che avevo in testa e che anche secondo l’allenatore era ambizioso ma raggiungibile era di correre in 2h59′ quindi la preparazione è stata tarata su questo obiettivo.
Arriviamo subito al dunque, a due settimane dalla maratona mi faccio venire una bella tendinite al tendine d’achille sinistro, causata da uno sforzo lungo e intenso (3x7000m a ritmo maratona) a 3 giorni dal mio Personal Best della mezza maratona di Crema. Questo problema mi causa alcuni giorni di stop, una visita dal fisioterapista, compromette in parte l’ultimo lunghissimo da 36km che doveva essere un lungo variato e che invece diventa un lungo lento.
In ogni caso il dolore è sempre sopportabile così decido di correre comunque la maratona. Arrivo al Sabato della gara che il tendine sembra essere quasi a posto e la Domenica mattina effettivamente il dolore non c’è quasi più.
Per una mia disattenzione però arrivo in griglia a 10 minuti dalla partenza trafelato, nervoso e preoccupato. Cerco di calmarmi e vengo in parte sopraffatto dalle emozioni, letteralmente un mare di persone intorno a me condividono sogni e obiettivi. È troppo bello. Inoltre con mia grande sorpresa il mio allenatore Simone Luciani (@escoacorrere) decide di farmi da Pacer per la gara (almeno fin dove riesce visto che non è in forma per correre tutta la maratona) e questo mi da una carica pazzesca.
Si parte! Simone mi dice che “i primi 20 kilometri non dovrei nemmeno accorgermi di correrli, poi inizia il bello“, io sono un po’ perplesso perchè va bene tutto ma 20 kilometri a 4’15″/km mi sembrano comunque un bello sforzo, eppure…
Magia! Il Tapering ha fatto il suo lavoro ed effettivamente corro col sorriso godendomi il tifo e il percorso per i primi 20 kilometri, sono incredulo. Non dovrei esserlo visti tutti gli sforzi che ho fatto in questi mesi.
La corsa prosegue e io non posso fare a meno di sorridere e di ripetere anche ad alta voce “è una festa, è bellissimo”.
Al kilometro 26 Simone mi saluta e rallenta, mi raccomanda di tenere il passo fino al trentesimo e poi, se ne ho, di provare ad allungare. Tutto il contrario. Fino al 30/32esimo kilometro tengo il passo, poi inizia ad arrivare la fatica vera, e capisco che dovrò soffrire per gli ultimi 10 kilometri, giù la testa. Arriva il 35esimo kilometro, il momento del “gel con la caffeina”, tenuto come Jolly per avere un Boost di energie sul finale. Pasticcio con le tasche della fascia che avevo in vita e non riesco a prenderlo, ne prendo uno più piccolo (anziché da 40gr di carbs da 20) ma mi dico che va bene così, inizio ad essere poco lucido e continuare a cercare in quel maledetto marsupio mi fa distrarre, mi rallenta e mi stanca. Meglio lasciar stare e pensare a correre.
Sempre intorno a quel punto vengo raggiunto dal pacer delle 3h che lento ed inesorabile mi supera, prima lui e poi tutto il suo gruppetto. Io mi sforzo di pensare a tutti i sacrifici fatti, alle persone che tifano per me, alla mia famiglia e mi ripeto che questi ultimi kilometri sono anche per loro.
Così, anche se non ne avevo più e il pensiero di ritirarmi si faceva sempre più ingombrante, anche sostenuto dal crescente numero di podisti che vedevo fermi al bordo della strada, decido di continuare. “Metti un piede davanti all’altro e non pensare per i prossimi 15/20 minuti” mi ripeto e, piano piano, il 40esimo kilometro arriva. Ne mancano ancora due, crollo, il passo rallenta e mi ritrovo a correre oltre i 4’20″/25″ al kilometro. Ormai il sogno del SUB3h è svanito ma io devo finirla, tengo duro finchè vedo il tappeto blu dell’arrivo.
Gli ultimi metri sono un misto di gioia incontenibile e leggera delusione per non aver raggiunto l’obiettivo prefissato ma quando taglio il traguardo la gioia esonda, sono troppo contento. Ho appena corso la maratona più bella della mia breve esperienza da podista, l’ho corsa bene e ho quasi seguito il piano alla lettera. Dopotutto il cronometro si ferma sulle 3h 0′ e 34″, mi ripeto che sono solo 35″ e che non vale la pena essere arrabbiati, se avessi corso in 2h59′ sarei stato un podista migliore? Non credo, ho ancora tanti anni davanti per correre e ormai ho maturato la consapevolezza che le 3h sono un obiettivo raggiungibile e anche a breve per cui penso a godermi la festa. Raggiungo camminando(zoppicando) il primo “gate” dove un gruppo di volontari è stato posizionato solo ed esclusivamente per farci un applauso, una cosa forse frivola ma che mi riempie d’orgoglio. “Quello che ho fatto e COME l’ho fatto non è cosa da poco, bravo Guido!” è il pensiero che ho in testa dalle 11:30 di Domenica e questa sensazione è stupenda.
La preparazione per la maratona di Valencia mi ha riservato anche questa sorpresa. Incrementare il carico degli allenamenti porta sempre a migliorare anche le prestazioni, però arrivavo a Domenica 10 Novembre in un periodo di carico, con le gambe non “in condizioni da gara”. Eppure hanno spinto, e anche parecchio!
Procediamo con ordine: l’obiettivo concordato col Coach era quello di dare tutto; sebbene l’idea iniziale fosse di alternare 1km al ritmo maratona ad 1km al ritmo mezza maratona per fare un bel lavoro di resistenza, nei giorni immediatamente precedenti alla gara le sensazioni erano state ottime ed ero davvero di buon umore. Così, durante una call qualche giorno prima abbiamo deciso di provarci.
Sabato pomeriggio dopo una corsetta blanda di 7km sono andato a ritirare il pettorale. Non è stata una di quelle giornate da paranoia in cui cercavo di fare meno movimenti possibili per essere “tirato a lucido” per il giorno della gara, anzi diciamo che venivo da una settimana con poco sonno e anche qualche abbuffata di troppo (comunque sempre senza alcol). Dopotutto fino a tre giorni prima questa gara non era una mia priorità della stagione.
Arriva finalmente Domenica, la sveglia suona alle 6:00, apro la finestra e ci sono una nebbia e un’umidità pazzesche. Faccio colazione e mi rilasso un paio d’ore guardando un po’ di video su youtube e leggendo un po’. Arrivate le 7:30 mi preparo ed esco, volevo prendere meno freddo possibile arrivando all’ultimo e così ho fatto. Parcheggio l’auto a 1.5km dalla partenza e raggiungo la partenza corricchiando insieme ad un amico con il quale ci scambiamo i soliti “chi ce lo fa fare con sto freddo”. Ancora qualche allungo e un po’ di movimenti prima della partenza e poi…via!
I primi 5km scorrono in un batter d’occhio, trovo subito il mio gruppetto: siamo in 9 tutti sullo stesso passo (circa 3:55/km). Leggermente più veloce di quello che avevo in mente ma se voglio compagnia mi devo adattare. Tutto bene anche nei 3 cavalcavia presenti fra il quinto e l’ottavo/nono kilometro, vengo superato come sempre ma poi in discesa/pianura recupero tutti con gli interessi. Arrivato all’undicesimo kilometro è il momento del gel, fra i guanti (è la prima gara che corro coi guanti nella mia vita) e il freddo fatico ad aprirlo e anche una volta aperto il liquido non esce bene. Insomma perdo quasi 30 secondi e il contatto col gruppo. Niente panico, sono ancora in ottime condizioni e il crono fino a quel punto era buono.
Decido però che piano piano li avrei raggiunti e, uno alla volta, vado a prenderli. Nel frattempo il gruppo si era un po’ sfilacciato e così il “recupero” del gruppo è diventato una procedura lunga quasi 9km al termine dei quali avevo raggiunto e superato tutti e 8 gli altri corridori. Bene così, siamo perfetti per un PB, probabilmente intorno all’ora e 23. Tieni duro!
Continuo così e mi “ingarello” con un ragazzo che riconosco e che alla Mezza di Milano (l’urban trail) era arrivato prima di me, questa volta lo vedo un po’ in difficoltà e non mi faccio pregare, sempre senza forzare piano piano lo raggiungo e lo supero, ora ho strada libera.
Arrivato all’ultimo kilometro è una festa, conosco bene quella strada e mi da una carica pazzesca, inoltre negli ultimi 200/300 metri vedo un’altro corridore che posso tentare di raggiungere quindi do il massimo e vado a prendere anche lui proprio a 10m dal traguardo.
Fermo l’orologio e… 1h22’47”, PB su Mezza Maratona (distrutto il precedente 1h24’12”) e già che c’ero ho migliorato i tempi su kilometro, miglio, 5000m e 10000m.
Cosa posso aggiungere? Arrivato al traguardo ero contentissimo sia per il risultato (sono ancora adesso piuttosto incredulo, soprattutto se penso a quando ho iniziato a correre o a quando ho corso la prima mezza maratona) sia per le condizioni con cui mi avvicino alla maratona di Valencia. Ora non mi resta che chiudere la preparazione con gli ultimi allenamenti e poi godermi il Tapering e la maratona.
Oggi, in preparazione della maratona di Valencia che correrò il prossimo 1 Dicembre, ho svolto il Test di Yasso. Vediamo insieme cos è, come funziona e soprattutto come è andato.
Prima di tutto
Questo test è stato inventato da Bart Yasso (grande personalità nell’ambito podistico mondiale) e il suo scopo è fornire una previsione del potenziale tempo in maratona. Ovviamente il valore è indicativo e il test ha senso solo se si sta preparando una maratona, se ad esempio mi preparassi per correre questo test ma non facessi allenamenti lunghi difficilmente riuscirei a coprire la distanza di 42,195km in quel tempo.
Come funziona?
Teoricamente è piuttosto semplice: Ci si riscalda per bene, quindi si corrono 10 prove da 800m tutte allo stesso passo, che sarà la conversione da ore/minuti a minuti/secondi, che vorremmo tenere in maratona. Ad esempio se punto a correre una maratona in 2h59m dovrò impiegarci 2’59” a correre gli 800m. Le prove ripetute sono intervallate da un recupero di pari durata (2’59”) in cui dovrò percorrere circa 400m (quindi alla metà della velocità). In totale la prova dura quindi 12km + riscaldamento e defaticamento. Nel mio caso 2km di riscaldamento, 12km di test e 1km di defaticamento per un totale di 15km.
Come si intuisce dalla descrizione il test presuppone che si abbia già un’idea di “a quanto possiamo aspirare in maratona”, altrimenti si corre il rischio di partire troppo veloci o troppo lenti e quindi di falsare la prova. Questo test, che apparentemente c’entra poco con la maratona, invece fornisce risultati sorprendentemente accurati per la maggior parte dei podisti.
Com è andato?
Domenica avevo corso una mezza maratona al mio massimo potenziale e questa mattina, avendo le gambe ancora un po’ indolenzite, ho pensato di rinviare il test. Poi ho guardato il meteo dei prossimi giorni e ho deciso di sfruttare oggi perchè è l’ultima mattina senza pioggia e ho corso comunque il test, senza troppe aspettative.
Nel mio caso l’obiettivo è di correre la maratona sotto le 3h quindi ho puntato a stare intorno ai 2’58” per ogni 800m.
Sono stato piuttosto regolare.I miei split durante il test
Le ripetute sono state tutte piuttosto regolari, purtroppo a causa di un errore durante l’esportazione dell’allenamento sull’orologio ho dovuto gestire le ripetute e i recuperi “manualmente”, ecco spiegati i blocchi da 0,79/0,81km o da 0,39km. Si vede come nelle prime due dovevo ancora “prendere il ritmo” ma comunque sono stato abbastanza vicino al ritmo obiettivo. La terza è durata 3:04 ma ho corso qualche metro in più quindi già in un tempo compatibile, diciamo che 3:45/km è il limite da non superare in questo test per una previsione “sotto le 3h”.
Le sensazioni sono state ottime per tutta la durata del test, ovviamente essendo una prova piuttosto lunga non nego di aver fatto parecchia fatica durante le ultime 3 o 4 prove ma sono riuscito a mantenere il ritmo, anzi sulle ultime ho addirittura spinto leggermente più forte arrivando ad passo compatibile con una previsione di 2h56m.
A questo punto ho alle spalle due lunghissimi da oltre 26km, una mezza maratona sotto l’ora e 25 e un test di Yasso andato bene. Sono tutti buoni segnali in previsione della gara, staremo a vedere se nelle prossime settimane sarò in grado di convertire questo stato di forma in una preparazione adeguata a raggiungere il mio obiettivo!
Ieri ho corso il primo “lunghissimo” della preparazione. L’allenamento prevedeva 25km da correre così:
15km corsa lenta
5 x 1000m in soglia : 1000m corsa lenta
Grazie alla base aerobica sviluppata quest’estate sono riuscito a gestire bene le energie e sono riuscito a completare bene l’allenamento nonostante una leggera deriva cardiaca negli ultimi kilometri.
I primi 15km li ho corsi a 4’56″/km di media e le ripetute in soglia le ho corse a una media di 4’04″/km. Considerando che il passo obiettivo di Valencia dovrebbe essere 4’16″/km non sono messo così male.
Per fare una maratona ne devo aggiungere ancora altri 17 che non sono pochi. In gara però arriverò con le gambe riposate e non dovrò correre, come invece ho fatto ieri, i primi 10km di sterrato.
A presto!
Un po’ di foto
In the middle of nowhere.Un po’ di natura incontaminata.Poco prima dell’urto.Dopo l’allenamento, bello cotto.
La prossima domenica (29 Settembre) sarò al Milano Urban Trail di Salomon, una mezza maratona con un po’ di dislivello che correrò spingendo un po’, ma senza andare al limite.
L’obiettivo delle prossime settimane è di aumentare gradualmente il kilometraggio in modo da arrivare verso la metà di Novembre in grado di correre i canonici 35/36km di lunghissimo.
Domenica 1 Dicembre 2024 correrò, se Dio vuole, la maratona di Valencia, la mia terza maratona e la prima che correrò con l’obiettivo di stare sotto le 3h.
Un risultato ambizioso se considero che il mio primato attuale (conseguito a Dicembre 2023) è di 3h17′, di contro sulle mezze maratone ho più esperienza e il mio personale è di 1h24′, già più compatibile con il risultato che vorrei ottenere.
Ho deciso di documentare la preparazione, iniziata ufficialmente Lunedì 16 Settembre e nei prossimi giorni troverai il dettaglio di quello che farò nei prossimi due mesi e mezzo.
In questo video documento l’allenamento e la pianificazione dei prossimi allenamenti.